Badante convivente: costi e cosa comprende davvero
La badante convivente è spesso la scelta più pratica quando l’assistenza è continuativa. Ma il costo mensile “reale” non si riduce allo stipendio: entrano in gioco contributi, TFR, tredicesima, ferie, festività e, naturalmente, il tema del vitto e alloggio.
Il costo di una convivente dipende da livello, orario contrattuale, gestione dei riposi e presenza di notti. Per stimare correttamente bisogna considerare tutte le voci: retribuzione + contributi + accantonamenti.
- Quanto costa una badante al mese tutto compreso Stipendio, contributi, TFR, tredicesima: la spesa reale.
- Costo badante H24: cosa significa davvero H24 non vuol dire 24 ore di lavoro: notti, riposi, turni.
1Che cosa significa “convivente” nel lavoro domestico
Nel lavoro domestico, “convivente” significa che la lavoratrice vive presso l’abitazione del datore di lavoro (o dell’assistito) e presta l’attività secondo l’orario previsto dal contratto.
Convivente non vuol dire “disponibile 24 ore su 24”. Anche la convivente ha riposi giornalieri e settimanali.
2Le voci che compongono il costo “tutto compreso”
Quando si parla di costo mensile reale, le principali voci sono:
- retribuzione (paga concordata secondo livello e orario);
- contributi INPS (quota datore + eventuale quota lavoratrice trattenuta);
- tredicesima (rateo mensile);
- TFR (accantonamento);
- ferie e festività (incidono sul costo complessivo);
- vitto e alloggio (se dovuti come valori convenzionali).
3Vitto e alloggio: quando incidono e come
Nel rapporto convivente il vitto e alloggio possono incidere in due modi:
- come prestazione in natura (la lavoratrice usufruisce di vitto e alloggio);
- come valore convenzionale da considerare nelle voci retributive in determinate ipotesi.
In pratica, la famiglia deve ragionare su cosa è effettivamente garantito (camera, pasti, ecc.) e verificare la corretta gestione delle voci contrattuali.
4Riposi, permessi e notti: i punti che cambiano il costo
Le differenze di costo nascono spesso dalla gestione concreta della convivenza:
- rispetto dei riposi giornalieri;
- riposo settimanale;
- notti passive e/o notti attive (se previste);
- eventuali sostituzioni nei periodi di ferie o assenze.
Pensare che la convivenza “copra tutto”. Se l’assistenza richiede presenza continua, può servire una seconda persona o turnazione.
5Ordine di grandezza: quanto può costare al mese
- il costo mensile complessivo può collocarsi indicativamente tra 1.600 € e 2.100 €;
- varia per livello, orario, gestione notti e organizzazione dei riposi.
È una stima utile per orientarsi, ma il dato corretto si ottiene solo con una simulazione basata su dati reali.
6Casi pratici: quando la convivente “non basta”
Ci sono situazioni in cui una sola convivente non è sufficiente:
- assistito con necessità di sorveglianza notturna costante;
- presenza di notti attive frequenti;
- necessità di copertura nel riposo settimanale senza supporto familiare;
- bisogno di assistenza continuativa senza pause.
In questi casi conviene valutare un’organizzazione con più persone o un servizio integrato.
7Conclusioni
La badante convivente è una soluzione efficace, ma il costo mensile va calcolato con attenzione: retribuzione, contributi e accantonamenti fanno la differenza.
Un’impostazione corretta evita sorprese e tutela sia la famiglia sia la lavoratrice.