Malattia colf e badanti: cosa paga il datore di lavoro e cosa spetta alla lavoratrice (Guida 2025)
La malattia nel lavoro domestico segue regole particolari rispetto agli altri rapporti di lavoro: l’indennità non è a carico dell’INPS, ma rimane sempre e soltanto a carico del datore di lavoro.
Il certificato medico deve essere trasmesso al datore di lavoro, il quale può anche reperirlo tramite il sito INPS, ma l’Istituto non eroga alcuna indennità economica per questi lavoratori. I contributi pagati all’INPS finanziano la pensione di vecchiaia, la maternità, la disoccupazione e altre tutele, ma non comprendono il pagamento dei giorni di malattia.
Quanti giorni di malattia sono pagati
Il trattamento economico della malattia, interamente a carico del datore di lavoro, dipende dall’anzianità del lavoratore presso la stessa famiglia:
- Fino a 6 mesi di anzianità: il datore di lavoro paga fino a 8 giorni di malattia per anno solare.
- Da 6 mesi a 2 anni: si pagano fino a 10 giorni per anno solare.
- Oltre 2 anni: si pagano fino a un massimo di 15 giorni per anno solare.
Superati questi limiti, l’assenza per malattia viene considerata come un permesso non retribuito.
Quanto deve essere pagata la malattia
Oltre al numero di giorni, il CCNL Lavoro Domestico stabilisce la misura dell’indennità economica:
- Primi 3 giorni di malattia: il datore di lavoro corrisponde il 50% della retribuzione pattuita.
- Dal 4° giorno in poi: spetta il 100% della retribuzione, fino ai limiti di 8, 10 o 15 giorni annui (a seconda dell’anzianità di servizio).
In caso di ricovero ospedaliero o di degenza presso il datore di lavoro, al lavoratore non spetta l’indennità di vitto e alloggio per i giorni di assenza.
Conservazione del posto di lavoro durante la malattia
Quando è in malattia, il lavoratore domestico ha diritto alla conservazione del posto di lavoro per periodi diversi in base all’anzianità maturata presso la stessa famiglia:
- 10 giorni, per anzianità fino a sei mesi;
- 45 giorni, se ha più di sei mesi e fino a due anni di servizio;
- 180 giorni, se l’anzianità di servizio supera i due anni.
Decorso il periodo di conservazione del posto, il datore di lavoro potrà valutare l’eventuale prosecuzione del rapporto, nel rispetto delle regole generali in materia di licenziamento e tutela del lavoratore.
Come inserire la malattia in busta paga con Colf On-Line
Per inserire correttamente i giorni di malattia in busta paga all’interno della procedura Colf On-Line, occorre seguire pochi passaggi:
- accedere alla procedura e cliccare sul pulsante ELABORAZIONE BUSTA PAGA;
- nella terza colonna a destra del calendario presenze selezionare la tipologia di assenza “MA” (malattia);
- indicare la malattia per ogni giorno di assenza, inclusi:
- sabato e domenica;
- giorni di riposo;
- giorni festivi.
Questo perché, in base al certificato medico, la colf o la badante risulta malata per l’intero periodo indicato, anche nei giorni in cui normalmente non lavora.
Con Colf On-Line registri la malattia in modo automatico e conforme al CCNL.
La procedura calcola i giorni retribuibili, applica le percentuali corrette (50% e 100%) e verifica i
limiti annui di 8, 10 o 15 giorni, riducendo al minimo il rischio di errori in busta paga.
Intervento della Cassa Colf
Oltre a quanto dovuto dal datore di lavoro, in alcuni casi può intervenire la Cassa Colf. Se nei 12 mesi precedenti sono stati versati alla Cassa almeno 25 euro, il lavoratore può avere diritto a:
- un’indennità giornaliera;
- per un massimo di 20 giorni all’anno;
- riconosciuta in caso di ricovero ospedaliero o di analisi specialistiche.
L’indennità della Cassa Colf viene erogata direttamente al dipendente, come sostegno economico aggiuntivo rispetto a quanto corrisposto dal datore di lavoro.
Per maggiori dettagli:
- moduli di richiesta indennità: Moduli Cassa Colf;
- elenco delle prestazioni disponibili: Prestazioni Cassa Colf.
I link potranno essere aggiornati con gli indirizzi ufficiali forniti dagli enti di riferimento.
Riepilogo pratico: chi deve fare cosa
Cosa deve fare il lavoratore (colf o badante)
- avvertire immediatamente il datore di lavoro dell’assenza per malattia, salvo impedimenti;
- far pervenire al datore di lavoro, entro due giorni dal rilascio, il certificato medico, che deve essere emesso entro il giorno successivo all’inizio della malattia.
Cosa deve fare il datore di lavoro
- non deve effettuare alcuna comunicazione all’INPS per la malattia del lavoratore domestico;
- deve garantire la conservazione del posto di lavoro per:
- 10 giorni, se l’anzianità è fino a 6 mesi;
- 45 giorni, se l’anzianità è superiore a 6 mesi e fino a 2 anni;
- 180 giorni, se l’anzianità supera i 2 anni.
- deve corrispondere l’indennità economica di malattia:
- al 50% della retribuzione per i primi 3 giorni;
- al 100% per i giorni successivi, entro i limiti di 8/10/15 giorni annui;
- non deve corrispondere vitto e alloggio per i giorni di ricovero ospedaliero o di degenza presso il datore di lavoro.